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venerdì 18 gennaio 2013

A CHI è servito il "'68"?

Mi volto e  intorno vedo disoccupazione, persone alla ricerca di lavoro da anni, persone che lavorano "a gratis", stage non retribuiti, persone che ipotecano le catenine d'oro, chi "raspa" nei cassonetti dell'umido, chi lavora al nero per 3 euro, chi semplicemente sceglie di smettere di vivere per la mancanza di lavoro.

Vedo altresì persone sulla 60ina, attaccate alla poltrona, ignoranti nei modi e prepotenti con i più deboli. Si riempiono la bocca di grandi discorsi , sono pretenziosi di insegnamento verso le nuove generazioni, danno consigli e obblighi da rispettare, esprimono pregiudizi , giudizi e pareri senza che nessuno gliel'abbia chiesto.

Questa gente che adesso è piazzata nelle migliori posizioni lavorative auspicabili grazie ai "18 politici" e alle lauree prese a loro insaputa si permette pure di esprimere la loro posizione. Fanno discorsi sulle pensioni, quando non sanno assolutamente che vuol dire lavorare e esser certi che in futuro non ci sarà diritto ad una pensione. Criticano la gioventù perché scrive col "k" perché usa l'iphone e conosce poco Dante, perché a 13 anni  fa sesso nelle scuole, mentre durante gli anni loro questo era proibito, ma con la "fame" che avevano lo avrebbero fatto pure a  10.
Ma la ciliegina sulla torta è quando muovono critiche dicendo che "la loro generazione era impegnata, contestava e otteneva" mentre oggi i giovani sono disinteressati alla politica al sociale e al cambiamento.
Qualcuno più "ganzo" degli altri ti racconta pure della sua esperienza in "india" o in "sud America" durante gli anni "caldi" tralasciando il fatto che qualcuno alle spalle lavorava per lui e lo manteneva come un lord inglese.

Me lo vedo qua davanti come un ologramma dentro il monitor, vestito ancora con l'eskimo e in bocca una Marlboro rossa, che però pure quella ha mutato sapore proprio dal '68. Tutto ciò che è in questo presente non va bene, gli unici giusti erano loro, le battaglie giuste le han fatte loro, gli amici giusti e i passatempo giusti erano i loro.

Ma questi signori portatori della parola del "signore" e con la "verita in tasca"  , siamo così sicuri che abbiano giovato ai più? Siamo sicuri che le loro  battaglie siano davvero servite a qualcosa per il futuro in maniera stabile, o hanno semplicemente procrastinato una situazione presente per migliorare le LORO condizioni?

Diciamo la verità , è innegabile che su qualche aspetto il movimento del '68 abbia portato qualche rinnovamento di tipo sociale, penso al peso della donna e alla sua emancipazione, alle battaglie per i diritti sul lavoro e a molte altre cose utili.

Ma tolte queste, dal punto di vista del patto generazionale, di apertura e democrazia verso i "nuovi giovani" , del dare qualcosa in cambio di rinunciare ad altro(come fanno tutte le persone di oggi che si accontentano di qualsiasi lavoro e di qualsiasi stipendio,ammesso che ci sia) è certo che c'è altro? Secondo me no. Anzi talvolta è più pesante il fardello dei lati negativi che il peso di quelli positivi. L'umanità e la società , grazie anche al processo tecnologico e industriale sarebbe comunque evoluta, ma alle spalle non avrebbe avuto questi personaggi che hanno sempre la "strada giusta" da indicarti, senza mai però mettersi in gioco e provare sul campo "cosa vuol dire".

Banchieri, politici, assicuratori, avvocati, notai , commercialisti, medici con cui abbiamo a che fare ogni giorno, ma è veramente questa la classe generazionale che voleva cambiare il mondo? Secondo me non aveva chance e così si è dimostrato.

E voi ? Cosa ne pensate?





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